giovedì 7 marzo 2013

DALLE FABBRICHE DI NICHI AGLI SCANTINATI DELLA VECCHIA POLITICA


Ha scritto Richard Sennett che "la routine disgrega ma può anche proteggere". Chissà se il governatore Vendola si sarà ispirato a queste parole scegliendo di fare mesto ritorno in Puglia, abbandonando lo scranno parlamentare dopo la debacle del suo Sel e dell'intera coalizione, ridotta in queste ore a trattare con gli antisistema del M5S sulla base di un programma di otto punti. Come se durante la campagna elettorale Bersani e i suoi avessero proposto altro. Ma il dato "pugliese", che la dinamica nazionale secerne, è l'oggettivo ingabbiamento di Vendola in una regione della quale aveva fatto di tutto per sganciarsi anticipatamente. Altro non è che un segno di resa, di una linea che lo ha condotto alla deriva, dal momento che l'originale spunto, minimo comun denominatore dell'alleanza tra Pd e Sel, si è sbriciolato sotto i colpi delle schede elettorali, che hanno sostanzialmente fatto nascere un tripolarismo. Con le microformazioni, tra cui vendoliani e centrini montani, bocciate senza appelli.

Oggi dunque Vendola, dopo l'occupazione da parte dei consiglieri del Pdl,  sceglie la strada maestra e stucchevole del rimpasto nella giunta regionale, aprendo al M5S, tornando alla carica con le quote rosa e con lo snellimento della sua "squadra da combattimento". Ma finendo, nei fatti, per far salpare solo la nave della vecchia politica, magari con un pensierino alle europee del 2014, allargando vecchi assessorati o inglobando nuovi interpreti, senza comprendere a fondo le sfumature di questi delicatissimi giorni, anche in chiave locale.

A ciò si aggiungano i riverberi chirurgici della decisione di Vendola, con il sindaco di Bari Michele Emiliano costretto a riporre nel cassetto i propri sogni di gloria. E contribuendo a inaugurare una sorta di generazione di flop, partita dalle fabbriche di Nichi con luccichii e sfavillanti slogan per finire negli scantinati polverosi della vecchia politica di Michele. Non certo è questo lo scatto di reni che serve alla Puglia e a Bari.

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sabato 2 marzo 2013

EMILIANO E VENDOLA? DUE MESTIERANTI IN CERCA D'AUTORE


Uno ha appena perso le elezioni, raggranellando un misero 3% che non ha affatto tirato la volata ad una coalizione sorda al cambiamento. L'altro, nonostante sia il coordinatore regionale del Pd (che, record mondiale, ha vinto e al contempo perso le elezioni,) fa di tutto per cercare sponde altrove, quanto più possibile lontano dal Nazareno e apre ai grillini in chiave elezioni regionali. Ma ciò che lascia perplessi, più di tutto, è il totale disinteresse di entrambi per il territorio. Vendola ed Emiliano non tradiscono il cliché di sempre: prima i fatti loro, con tanti saluti alla Puglia e a Bari

Il governatore non ha ancora sciolto le riserve, se da deputato di Sel preferirà Roma e il Parlamento all'amministrazione di una regione che non può permettersi comandanti part time. Anche perché di problemi, nel tacco d'Italia, ve ne sono molti, a cominciare dalla sanità vero "fiore all'occhiello" della gestione scriteriata di Vendola. Le elucubrazioni di questi giorni sulla possibilità di varare un esecutivo, con i mille dubbi di un Bersani ormai bollito, tolgono il sonno a Vendola ma lo distraggono ulteriormente dal suo ruolo di governatore. Lecito chiedersi: la nostra regione dovrà vivere altri mesi di disinteresse? Sarà relegata a cornice di un impegno politico che si fa sempre più romanocentrico? O verrà attenzionata per quanto merita? Il diretto interessato per ora tace, dimostrando uno scarso attaccamento ai destini del territorio.

Il sindaco di Bari si è reso artefice dell'ennesima piroetta politica, un atteggiamento che fa ricordare il modus operandi di certi vecchi governi che duravano in carica pochi mesi per via di bizantinismi, riposizionamenti e veti. Tutti atteggiamenti da vecchia politica. Nonostante sia il coordinatore regionale del Pd, decide autonomamente di aprire a Grillo. E al solo fine di guadagnarsi qualche titolo sui giornali e di spianarsi la strada in vista delle elezioni regionali, si legga alla voce rimpasto in giunta, come se fosse una sua mera proprietà. E a Bari chi ci pensa? E alla governabilità di un'amministrazione martoriata da accordi e assenze in Aula?

Ragion per cui in questa vicenda Vendola ed Emiliano, per quanto diversi e culturalmente contrapposti, appaiono accomunati da un marcato disinteresse per i loro incarichi attuali. E, ancor più deprecabile, irrispettosi verso quel territorio che ha dato loro fiducia. E che oggi è drammaticamente pentito di quella scelta.

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