mercoledì 6 febbraio 2013

OSSIGENO ALLE IMPRESE, PARTIAMO DAL SUD

I suicidi da crisi di alcuni imprenditori (non solo nel nord est del Paese) devono far riflettere la politica del fare. Affinché il tema della ripresa sia prepotentemente presente non solo nei programmi ma nelle azioni tangibili occorre uno scatto in avanti, ponderato ma deciso. Da sempre il Pdl è particolarmente sensibile alle istanze delle pmi, non fosse altro perché rappresentano la stragrande maggioranza del “carburante” italiano, propellente indispensabile per far marciare il pil su binari europei. Una delle future direttrici di marcia potrebbe essere quella di concentrare proposte e spunti nel raccordo tra imprese e opere con una ricaduta chirurgica sui territori. Come prevedere degli incentivi legati alle opere realizzate nel meridione, prediligendo quelle imprese che assumono trentenni, anche con contratti “a ricaduta” futura. Il riferimento è a commesse pluriennali, che siano il traino per una rete di riprese più generalizzate. Che non sviliscano l'opera in questione a un fattore di natura episodica, ma colgano quell'occasione per estenderne i benefici.

In questo sarà necessario fare squadra anche con la compagine azzurra in Europa, al fine di utilizzare tutti i fondi comunitari disponibili potendo contare sul Piano di Azione e Coesione. In questo modo si taglierà anche il traguardo dell'eliminazione degli sprechi e delle risorse inutilizzate. Magari prevedendo, così come si legge nel programma del Pdl alla voce “Europa”, i medesimi meccanismi sanzionatori, per le amministrazioni inadempienti, già previsti nell’ambito del federalismo fiscale.

I numeri dell'anno appena concluso sono drammatici: secondo Unioncamere 80.000 dipendenti in meno sono previsti tra gennaio e marzo, con ovviamente il Mezzogiorno a recitare il ruolo di agnello sacrificale. Si parla di 24 mila unità in meno alla fine del primo trimestre con il comparto giovanile in forte sofferenza. Inoltre i dati mostrano come le imprese tendano sempre più alla cosiddetta formula del primo contratto a tempo determinato. Con le cifre globali in forte calo rispetto al 2012. Come dire che la nuova era post legge del ministro Fornero non è iniziata sotto i migliori auspici, tutt'altro.

Twitter@Framoruso





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