mercoledì 6 febbraio 2013

PER UNA SECONDA GIOVINEZZA DELL'UE

Quando i padri fondatori immaginavano come sarebbe stata cinquant'anni dopo l'Unione europea mai si sarebbero aspettati così tante difficoltà. O di doversi confrontare con le macerie presenti purtroppo oggi. Dove la contingenza della spirale economica rischia seriamente di mettere a repentaglio quegli spunti ideali di mezzo secolo fa e soprattutto gli sforzi comuni volti all'unione.

Per questo accanto ad una direzione di marcia che prende il nome di austerità non si può non prevedere un vivace regime di ripresa. Che rappresenti uno stimolo agli stati membri, che se da un lato chieda loro risorse in chiave spending review dall'altro sia funzionale al benessere generale e complessivo. Il pensiero corre alle pmi, alle risorse italiane nei settori strategici come il tessile, l'artigianato. Lo scoglio in questa fase è anche essenzialmente di natura valoriale. Urge compiere una vera e propria manovra a tenaglia per ottenere il superamento di una politica europea di sola austerità. Ma che sia affiancata da una scala di priorità su cui costruire una seconda giovinezza per l'Unione europea.

Quando Winston Churchill invocò la creazione degli "Stati Uniti d'Europa", era perché immediatamente dopo la conclusione del secondo conflitto mondiale stava maturando la consapevolezza che solo attraverso la strutturazione di un'Europa unita, potesse essere garantita la pace. Ecco che oggi dunque ci troviamo dinanzi a un bivio: o far evolvere quel senso europeo con una serie di riforme radicali, o assistere passivamente al suo dissolvimento. Un interessante punto di partenza potrebbe essere rappresentato dalle “altre” unioni: accanto a quella monetaria, spingere con decisione verso quella politica, economica, bancaria, fiscale, sociale. Il pensiero corre subito alla Bce, a cui attribuire un compito di “ombrello” comunitario sulla scorta del ruolo svolto negli Stati Uniti dalla Federal Reserve. All'elezione diretta del presidente della Commissione Europea, alla centralità dell'Italia nel contesto non solo dell'Alleanza atlantica ma sfruttando le peculiarità in chiave euromediterranea, grazie a una posizione geografica invidiabile. Senza dimenticare la “comunione” anche del debito. L'Europa funzionerà se non vi saranno né asini né primi della classe. Ecco la strada da seguire.

Twitter@Framoruso











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