lunedì 11 febbraio 2013

SOLO UN CENTRINO



«Non siamo la vostra stampella» tuona il leader dell'Udc Pierferdinando Casini ai democratici. Lamentando il fatto che non dovrebbe essere messa in discussione l'aderenza a un'agenda riformista e di stampo europeo. Certo, il riferimento palese è alla deriva "a gauche" imboccata da Bersani, con quel patto di ferro siglato con il Sel di Vendola. Ma se da un lato appare evidente l'incompatibilità di un simile blocco ideologico e partitico perché agli antipodi dell'europeismo e del liberalismo, dall'altro non si può evitare di certificare, una volta di più, la presenza di un centrino. Tale anche in molte realtà locali, come in Puglia. Ovvero il reale peso specifico di una coalizione che semplicemente rischia di far saltare il banco, di non garantire la governabilità a un Paese che ha mille criticità da affrontare analiticamente e con proposte che entrino nel merito. 

L'opzione del pareggio al Senato, e come osserva oggi sul Sole 24 Ore Lina Palmerini lo spettro di un voto bis, è figlio di un errore madornale in sede di proposta politica. Lo scenario è già di per sè complesso, a causa dello scompaginatore Grillo, del dissolvimento della proposta renziana, annegata nella nomenclatura del Pd. Per cui tutto occorre al Paese oggi meno che altra destabilizzazione. Motivo in più per guardare nel centrodestra, all'unico vettore che garantisce equilibrio e certezza di portare a termine la legislatura. Molti lo dimenticano: ma il governo Berlusconi nato nel 2001, il cinquantasettesimo della Repubblica Italiana, è stato il più longevo della storia. I ribaltoni li lasciamo alla gauche.

Twitter@Framoruso

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